Molta acqua è passata sotto i ponti da quando Andrea Busiri Vici, setacciatore infaticabile della pittura di paesaggio romana fra Sei e Settecento, pubblicò nel 1976 con l’editore Ugo Bozzi Il Trittico paesistico romano del ‘700, vasta ricognizione dell’arte di Paolo Anesi, Paolo Monaldi e Alessio De Marchis. Si trattava, allora, di ridare piena dignità critica ad autori che erano finiti nel limbo di una pittura classificata come esclusivamente decorativa, godibile ma aproblematica e dunque tenacemente sottratta al rango della grande arte a dispetto sia delle sue qualità, che pure erano evidenti a chiunque intendesse riconoscerle, sia della sua rappresentatività di un gusto, di una cultura, di una civiltà.